L'oscuro precursore

Cominciai a pensare all'azione dell'oscuro precursore dopo che persi X definitivamente. Avevo fatto di tutto per conquistarla, in un attimo riuscii ad allontanarla. Non mi è ancora chiaro come conseguii questo stato di cose, ripensando a tutte le azioni compiute, ai loro nessi, alle implicazioni, mi sforzai di ricordare e immaginai di possedere nella testa una trama del tutto differente di quella bizzarra storia. A lei dovetti apparire schizofrenico, pensai di esserlo anch'io per un po'. Ripercorrendo tutta la sequela di azioni arrivai in un attimo di lucidità ad isolare il precursore. Compresi che dovevo sbarazzarmi di quell'entità che spadroneggiava nel mio spazio tempo, e ne alterava la struttura. Non so con quale immane sforzo riuscii a mantenere quest'ordine granuloso, sbiadito, costituito da ricordi incompossibili, che perseguivano un vicendevole disconoscimento. L'ebbrezza della memoria mi rese così vicino alla pazzia. I ricordi trasfiguravano il passato. L'unico modo per recuperare la sanità perduta era sbarazzarmi di lui, di quel "virus del tempo" responsabile della sfasatura. Non so in quale modo abbia agito, in uno spazio tempo X deve essere stata mia, ma il precursore deve avermi condotto in un'altra realtà. Così, rosso, a mezza bocca, vinto dall'affanno e dal tormento, acquistai della carta, poche pagine gialle e sgualcite, e dell'inchiostro, con il costante proposito di intrappolare quella bizzarra entità entro i confini della parola scritta, Cercai così di ricostruire l'accaduto.
Quando ormai fui per raggiungerlo, probabilmente pensò di non avere più alcuna possibilità di scampo. Ipotizzo che fosse questo il principio che lo costrinse a ricorrere alla rappresentazione letteraria del nostro scontro. Ogni innocenza è perduta ormai e gli eventi scompaiono nella distanza di un tempo che ha smesso di scorrere. Ieri, l’altro ieri, domani, poca differenza per noi. Non v’era alcuna possibilità di tracciare un inizio che non fosse anche l’indizio di un prossimo avvenire. D’altro canto, altrettanto poche erano le certezze dalla posizione solitaria che occupava, e quello stato che assomigliava sempre più ad un’allucinazione concreta. Non aveva più alcuna scelta. Forse non l’aveva mai avuta. E’ probabile che questa fosse la ragione per cui cominciò a puntellare su un fogliaccio logoro gli ultimi frammenti, cercando di occultare, lo scopo che le aveva mosse.

Credette ormai di aver acquisito una certa scienza nell’isolamento e rimozione della volontà da ogni azione. L’universo di cui si circondava era pregno della più assoluta gratuità e genuinità. E’ stato difficile arrivare al precursore, isolarlo. Ogni giorno studiava di perseguire la più arbitraria inutilità, l’atto che fosse finalmente smarrito nel suo compiersi. Malgrado la perfezione di tutte le sue azioni, suppongo che il profondo appetito che ancora conservava verso quel vecchio corpo scarno e malaticcio, verso quella condotta di vita, fatta di digiuni, privazioni e violenze dovesse essere stata l’origine del segnale che mi ha permesso di arrivare a lui. Sono rimasto a lungo sulle sue tracce. Mentre si accingeva a scrivere si era forse reso conto di essere braccato, senza possibilità di salvezza. L’ultima vanità stava per essere risolta una volta per tutte. Restava ancora un po’ di strano liquido nella sua bottiglia, forse una droga, deve aver trangugiato tutto prima della sua nuova scomparsa, guadagnando il massimo del tempo possibile per riportare tutto fedelmente. Trascrivo qui di seguito quel bizzarro rapporto  così come l'ho trovato.
“Alcuni dicono siano state le polizie paramilitari segrete che hanno permesso che venissero queste malattie, esse sono affluite tutte insieme, ma nessuno saprebbe indicarne l'esatta l’eziologia. Altri ipotizzano certi laboratori segreti a Taiwan, certo è che il virus del tempo vive e prospera. Ho potuto esaminare alcune trasformazioni dei corpi in alcuni dei soggetti-campione, prima della loro mutazione, l’insorgere di febbri violente, accompagnate dai deliri persecutori tipici dello stadio finale. Nessuno forse immaginava un tale livello di propagazione del virus, poi divenuto meglio noto come virus dell’oscuro precursore. Io stesso ho ritenuto per troppo tempo di esserne immune. Ora so che non esiste alcuna possibilità di sopravvivere al virus mantenendo la propria umanità, esso ne è il correlativo, la compiuta antitesi. Come sia stato possibile sintetizzare tale principio della nostra stessa fine, mi è per tanti frammenti, ancora ignoto. Fatto sta che ora esistono li abbiamo creati e pare che ogni giorno il loro numero aumenti. I precursori non sono come noi, anche se ne mantengono fedelmente le fattezze. Loro sono il nostro virus. Sembra che ognuno di noi sia in grado di generare almeno un precursore nell’arco di una vita. Da quanto si è capito, ogni atto cosciente volto a conseguire qualcosa, ogni appetito esplicito è la fonte della manifestazione del precursore. Se consideriamo come una delle proprietà fondamentali caratteristiche degli esseri viventi sia quella di essere oggetti dotati di un progetto, rappresentato tanto nelle loro strutture anatomiche, quanto al tempo stesso realizzato mediante la propria tecnica, possiamo solo vagamente intuire il potenziale distruttivo di questo virus. Il precursore possiede una carica negativa, un talento nel perseguitare, nel mandare a male tutti i piani e i progetti dell’individuo che l’ha generato. La loro stessa dote e capacità di farsi misura nella capacità di neutralizzare, di mandare in malora, rendere incapaci gli individui che affettano. In pratica, accade che la disposizione che porta ogni individuo a produrre un’azione nel presente, cioè l’immaginazione di un benefico risultato futuro, il compiersi di una speranza, il realizzarsi di un desiderio inneschi le potenzialità del virus che riesce a recarsi nel passato dell'individuo che lo incuba, per modificare piccole variabili, affinché dalla sua contrazione ne derivi un risultato contro ogni aspettativa per il soggetto agente. E’ stato ormai dimostrato che tale loro spiccata qualità si amplifichi laddove l’individuo che perseguitano cominci ad essere affetto da una tristezza accompagnata dalla rappresentazione di un fatto trascorso che ha avuto un esito contrario ad ogni aspettativa. Sembra cioè che la loro possibilità di agire nel passato si accresca ogni volta che riescano a produrre risultati negativi per gli esseri che infettano.

Ogni frustrazione finisce per produrre, quindi, un aumento delle capacità dei precursori di generare altre frustrazioni. Un minuto sei a pensare inaspettatamente qualcosa è andato storto, ed ecco che ogni tuo istinto di sopravvivenza è annullato. Allo stadio più affinato, un precursore riesce a cortocircuitare il normale funzionamento dei tessuti organici di un corpo umano, corrompendoli, facendo sì che l’individuo finisca per ammalarsi di malattie infettive neodegenerative o che le sue cellule implodano. Il più delle volte, però è bastato che la mole di insuccessi apportati dai precursori abbia condotto individui ancora sani e robusti verso il suicidio. La persecuzione non dà scampo. La maggior parte dell’umanità è stata condannata ad un faticoso addestramento ad azioni del tutto gratuite, aleatorie, strambe, che non contenessero alcun fine da conseguire. Posso dire, senza timore d’essere smentito che le nostre strutture sociali siano state distrutte in maniera decisiva dalla difesa dal virus più che dall’azione di questi. Fossimo stati maggiormente preparati, forse tutto ciò si sarebbe potuto evitare. Gli omicidi, le violenze crudeli, la brutalità dei soprusi hanno reso impossibile una risposta concertata e comune da parte dei governi e degli enti sopranazionali, che ormai del resto non sono niente di più che opache parole del vecchio mondo. L’uomo, nella condizione odierna, vive ormai lontano dall’uomo, per non subire il fascino di neri desideri e vaghe aspirazioni che siano la causa dell’insorgere del virus.
Eppure credo di essere giunto ad isolare un composto che se perfezionato forse consentirà di contrastare la loro azione. Non saprei davvero cosa potrebbe schiudere tale possibilità, un’eventualità di questo tipo potrebbe comportare lo scomporsi delle rappresentazioni fondamento degli stati interni e del loro disporsi nella memoria, determinando sfasature temporali alle quali potrei non sopravvivere. Ciò dipende dal fatto che l’azione dell'agente patogeno sia concentrata esclusivamente nel passato, andando ad agire su alcune variabili delle azioni prodotte dagli individui affinché il risultato si configuri come ostile agli attori in gioco. Si tratterebbe a grandi linee di intrappolare l'ospite indesiderato in un passato virtuale, o in una sfera di non-passato creato artificialmente tramite un composto sintetico che interferisce sul sistema limbico, alterando la memoria degli individui. In tale ambito, la sua azione risulterebbe del tutto inefficace per gli sviluppi dell’azione dell’individuo ospitante, e, se ipotizzo bene, la frustrazione derivante dallo scacco dell’azione del virus ospite, accompagnata dallo stato di gioia derivante, di contrasto, da un’azione andata a buon fine da parte dell’agente ospitante, dovrebbe produrre una sconfitta definitiva del virus stesso, che rimarrebbe confinato in una falsa rappresentazione. Questa è solo un’ipotesi che lascio a questo fogliaccio, sperando che se l’esito sia positivo, possa io stesso riprodurla in altri soggetti, in caso contrario rimarrà a titolo di esempio come l'ennesimo tentativo fallito della nostra scienza”.
Il foglio si interrompe a questo punto, non potrò mai sapere se la preda sia riuscita a sottrarsi davvero alla mia signoria o se io alla sua, se fosse davvero successo tutto ciò che è riportato nelle istruzioni qui sopra, il mondo nel quale ora mi trovo ad operare non sarebbe altro che una pallida imitazione della realtà, e la potenza di cui dispongo sarebbe esiliata in qualche parte dello spazio tempo, o forse è lui ad essere finito incatenato a queste righe. Il fatto che X giaccia esanime di fronte a me, a questo punto, è del tutto secondario, in queste condizioni, non sono in grado di determinare né prevedere chi abbia ottenuto la vittoria in questo scontro, né, tanto meno, quale forma vivente si sia nutrita dell'altra.


Commenti

Post più popolari