Joker - Todd Philipps

Un banale incidente, un'ingiustizia possono provocare la follia 
Emmanuel Carrère, L'avversario

In un geniale racconto di Edgar Alan Poe, il protagonista fa visita ad un manicomio il cui direttore elargisce preliminarmente delle indicazioni per metterlo in guardia sugli ospiti della struttura: essi, infatti, hanno sviluppato una particolare forma di allucinazione, si credono il vero direttore e gli infermieri della struttura spodestati e incarcerati dagli attuali inservienti. Nello sviluppo del racconto, il narratore, di fronte ad un delirio messo in scena con tanta credibilità, è sempre più in dubbio se prestar fede alle raccomandazioni preliminari, a chi credere? Si domanda sconvolto. Quando la realtà sembra scivolare, la verità sfaldarsi in un prisma prospettico, non resta che una scelta di campo irrazionale. Non resta che la fede. E' il nostro sistema di giudizio, che in fondo è irrazionale. Crediamo, ancora prima di sapere, prendiamo partito, ancora prima di conoscere.
La stessa progressiva rarefazione di punti di riferimento, la medesima sensazione di equivocità e ibridazione della realtà mi è apparsa nella sua forma più feroce e crudele di fronte al Joker di Todd Philipps. Se in un primo momento è facile indicare chi è il malato e chi il sano dentro la Gotham dell'ordine e della disciplina, nei flutti impercettibili, ma continui, di una riottosa marea montante, la medicina non si trova più nelle sedute psicanalitiche, nelle compresse elargite da un sistema sanitario al collasso, nel sistema di polizia e nell'internamento. E' forse possibile che l'ordine sia la stessa malattia? Che la società dello spettacolo, della maschera non sia altro che un'enorme macchina di morte? 
"Tutto ciò che è profondo ama la maschera" scriveva Nietzsche, cioè la maschera è tutto ciò che svia il pensiero della morte, è illusione, vanità, menzogna, sovrastruttura. Ogni maschera salva e incatena. Allontana dalla morte, ma vi riconduce. Ogni fede, credenza, dottrina irrancidisce e si irrigidisce in dogma e pietra. Ogni parola si svuota in luogo comune e ciò che aiuta a vivere aiuta, a lungo andare, anche a morire. Non è forse un'enorme messa in scena quella dell'ordine pubblico, della politica e dell'intrattenimento televisivo di Gotham City? Un clown mascherato per paradosso ne disvela la potenza effimera, egli sceglie la maschera addossandosene la mestizia e la crudeltà. Senza credere alle illusioni che produce. Lui anti eroe, anti- Teseo, anti- Frodo Baggins, un apostolo del caos alle porte, che non porta fardelli sulle proprie spalle, non ha missioni da compiere, ma anzi ne sgrava le masse. 
Lui, maniaco depressivo l'unico medico che la città ha a disposizione per risvegliarsi da un incantesimo arcano, come i folli di Poe forse sono davvero il personale sanitario della clinica. Per capirlo occorre esercitare dubbi e domande serrate nei confronti di se stessi e del proprio sistema del giudizio.

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