Coma - Alex Garland

Coma
Giungo naufrago a questo lavoro di Garland, che ho praticamente divorato in due giorni. Oddio..., se dovessi analizzare e raggruppare in un modello stocasico (forse anche stocazzico!), tutte le variabili che mi hanno condotto a questo libro finirei per dire con Murakami che la casualità non esiste e ciò che è accaduto è accaduto, senza se e senza ma, e ciò che è di là da venire è di là da venire. Ma da naufrago sbattuto su un isola deserta dopo un lungo sogno ad occhi aperti, ho apprezzato molto il libro di Garland. Perché di questo parla "Coma" (Edizioni BD srl, 2022), di risvegli tormentati e difficili, ma anche di viaggi intensivi, attraverso stati emozionali. Ogni risveglio è sollevamento, è un'azione che implica sforzo, non ci si stende, ci si alza. E c'è un'enorme fatica che addenta i quadricipiti in mezzo. E' un nostos lisergico, quasi mistico, quello messo insieme dal regista e sceneggiatore londinese, che parte da una base reale: il protagonista della storia, infatti, è Carl, ma oltre al suo nome conosceremo pochi altri dettagli vaghi della sua identità e della sua professione, egli in un impeto di coraggio, si trova un giorno dentro il treno della metro a proteggere una giovane lettrice, molestata da una baby gang. Questo, però, gli costa un feroce assalto da parte del manipolo di giovani che si avventa su di lui e lo pesta a sangue, con pugni e calci, fino a ridurlo in coma. Da qui inizia il viaggio.

Coma Alex Garland
A dirompente e quasi innaturale proseguimento di una descrizione che poggia il nesso sul logico binomio causa/conseguenza, ecco palesarsi una seconda natura da cui è investita tutta la narrazione. L'uomo sembra perdersi in una seconda realtà, in cui spazio e tempo non seguono le logiche regole del meccanismo e della successione, tutto sembra espandersi e dilatarsi, riconoscibile e irriconoscibile allo stesso tempo. L'esperienza e la percezione si acuiscono e si espandono in intensità di vividi fotogrammi non concatenati fra di loro. In un attimo Carl, si trova a fare colazione dal suo amico Anthony e sua moglie Mary e l'attimo dopo sulla strada per l'Ospedale e poi ancora su un taxi verso l'abitazione della propria infanzia. Ampollosi stati di intensità si alternano e si sostituiscono ai nessi causali. Il viaggio delirante alterna e mescola ricordi e percezioni della vita di Carl e le rielabora, lastricando la strada del suo ritorno alla realtà di sangue e melma inestricabile. Il viaggio assume i toni dell'incubo quando il protagonista assume la coscienza di sé stesso come corpo in coma. Dopo tale riconoscimento, inizia l'impresa di Carl e la straordinaria prosa narrativa di Garland che insieme al suo protagonista volteggiano nel paese di Alice, piegando le regole sintattiche e grammaticali alla ricerca di quel quid che possa far risorgere e riabilitare. Il tenebroso viaggio per luoghi fatiscenti, carichi di morte, di delusioni e di amori perduti, contempla il sogno della gioventù e il raccolto della tragedia, ma attraverso esso Carl costruisce il suo cammino fino a vedere fuori di sé, come coscienza priva di corpo, l'atto del suo pestaggio, fino ad arrivare alla valigetta. L'oggetto feticcio che lo lega alla sua identità. Finalmente Carl mette la testa fuori da quell'oceano di caos stonato di passioni, percezioni odori e sapori e contempla la sua impresa... "ci si sveglia, si muore". Si perde il proprio sogno e la distorta narrativa e la mistica sintassi che ci aveva guidati sino a là, si torna "soggetti" dei nessi logici del principio di non contraddizione e di causa e conseguenza, ma proprio mentre Garland fa riaffiorare Carl alla coscienza, l'ultima formula è riservata al mondo onirico, quello soggiacente, al Caos che dà forma alle isole di razionalità. Lì è la nostra storia, il carico di ricordi e rimorsi personali, sofferenze insanabili e traumi, o senso di pace per il dovere compiuto, e amore quella che guida i passi che abbiamo fatto e quella per uscire dai labirinti inestricabili della mente. Lì nelle parole che le nostre madri hanno solfeggiato nelle nostre orecchie e quelle che abbiamo balbettato ai nostri amori e alle nostre amanti, quelle che abbiamo gridato e quelle che abbiamo sussurrato, l'ordine profondo che pur senza alcuna logica continua a spingerci a cercare qualcosa nel Mondo.

Commenti

Post più popolari