Chances - John Frusciante

This is the time to die
I’m someone on whom to rely
Chances come and chances go
This is letting go
I feel the tightening of the dawn
The creation of something I’ve sung
No one goes back ‘cause they’re all there
Are you everywhere
Becoming who you think you are
In order to do your part
In the multi-dimensional scheme
You’ll know what I mean
This is the time to die
I’m not someone on whom to rely
Chances come and chances go
This is letting you know
I’m almost where I’ll never be
This cutting off of fate like string
A line that falls to the floor
And I’m not me anymore


Santo cielo, odio le traduzioni almeno quanto le didascalie e le spiegazioni ed eccomi qui a fare un post con la somma di esse. Come in poche opere enigmatiche e, allo stesso tempo straordinarie, infatti, capita certe volte di essere colpiti impetuosamente dalla loro capacità di sviluppo e aver bisogno di tirare fuori questo surplus di significato. Qualcosa che è là tra le linee di un testo e che vi parla e vi interroga senza farlo esplicitamente. In molti testi della sua produzione solista Jhon Frusciante affronta il tema della morte, eppure mai come in questo caso, la fine di cui parla schiude una possibilità, apre uno sguardo diverso sul mondo. L'artista sta pregando di non legarsi a lui, a qualcosa che muore, a qualcosa di così assolutamente determinato, nè tanto meno al testo di una sua canzone. Sta parlando dell'atto creativo in sé. Ogni cosa creata è determinata. Ogni determinazione è negazione. Ogni creazione è morte. "the creation of something i've sung". Tuttavia, c'è qualcosa che non si determina e annienta con la creazione. Il creare non si confonde fino in fondo con ciò che è stato creato, ma si esprime forse di più come qualcosa che oscilla ancora tra ciò che poteva non essere o poteva essere altrimenti. Qualcosa come i pentimenti di un pittore sotto le crostacee concrezioni di colore. Una potenza di ciò che non è, ma anche di ciò che è ma potrebbe attuarsi diversamente, una trasfigurazione della realtà, se volete appunto una "Chance". Quando un artista padroneggia questa potenza essa non può esaurirsi in un opera, ma si confonde nelle sue pieghe e si espande con l'intero universo: "Are you everywhere / Becoming who you think you are / In order to do your part". Vive e si annida forse anche tra queste parole che, ora, provano ad attribuirle un senso.
E quando la linea tratteggiata da una penna che ha descritto un mondo cade in terra, allora l'artista muore e rinasce insieme alla sua potenza.


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