Il mito della morte delle affezioni
Fu,
primo fra tutti, il lento e litanico, quasi cadenzato, mondo caucasico ad essere
messo a dura prova dall'introduzione delle registrazioni degli stati emotivi.
Una registrazione trovata dal team russo di disinfestazione e sterilizzazione creato
dal governo, ci ha consentito di attestare con una certa dose di sicurezza la prima
pratica alle sapienti mani di un importante prelato di una città sul Volga.
D'altra parte la stessa instabilità del materiale di fronte al quale ci
troviamo, ci suggerisce di diffidare profondamente dell'attendibilità delle
registrazioni. Abbiamo imparato ormai la loro natura tautologica, e soprattutto
che tutte le registrazioni possono scaturire da altre registrazioni. Disponiamo ancora di
pochi criteri per valutare il grado della loro corrispondenza con la realtà.
Tuttavia,
ci sono buoni indizi quantitativi che collocano l'inizio di questa pratica nei bunker
della suburra della periferia est di Samara.


La
proliferazione delle copie nel mondo reale è fonte di gravi disagi, esse hanno
proprietà capzionali alterate e soglie di andreatina completamente fuori fase, inoltre
il loro numero è in aumento esponenziale in base alle loro capacità di attrarre
prede. Esse, infatti, sono in grado di lanciare stimoli tali per cui l'ipotalamo
della preda si trovi costretto a rilasciare una dose potente di endorfine, e a
riconoscere nella copia un segnale genetico complementare. Compito della copia, a questo punto, è solo quello di frustrare e scongiurare ogni tentativo e desiderio della potenziale vittima nei propri
confronti, fino a costringerla ad accedere ad una registrazione.

Non
è facile sottrarsi al dominio mentale di una copia registrata, specie se potenziata,
sappiamo tuttavia che l'unico metodo per limitare la sua signoria consiste nel rendere completamente inoperosa la propria sfera affettiva. I nostri scienziati hanno inoculato
nel nostro ipotalamo una preregistrazione che permette di annientare l'attrazione per una copia e inibire il ricorso alla registrazione del conseguente stato emotivo.
Tuttavia, conviene considerare la preregistrazione tutt'altro che un privilegio. L'individuo preregistrato vaga
nella più concreta e tangibile delle disperazioni, egli sa che ogni
immaginazione è falsa, che ogni sentimento è menzogna, che niente è eterno, niente
può esercitare la sua coercizione e magia nei suoi confronti, niente di estraniante,
sconvolgente e nuovo può davvero toccarlo. Chi è stato preregistrato ha già
visto tutto, il sorgere della vita, del sole e delle stelle, l'inizio e la fine
dell'universo, e non può più combattere per la sua salvaguardia.
Dopo
la preregistrazione tutto si contrae aleggiando nella mia testa. L'ombra spiega
la luce e la luce implica l'ombra. L'enigma anatomico e il rigore delle
piramidi, la legge di gravità e la forma della rosa, la brillantezza dello zaffiro e la
materia calcica delle stelle non hanno più segreti per un uomo preregistrato.
Solo la registrazione è un mistero, la forza che spinge l'uomo a lottare per la
propria schiavitù come se si trattasse della propria salvezza. Niente separa più un uomo
preregistrato da una supercopia registrata, mai conosceremo l'ebbrezza e lo stordimento
della registrazione emotiva.
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