Memory - Michel Franco
L'oblio è una facoltà creatrice, lo scriveva Nietzsche nella Genealogia della Morale, lo ripete Michel Franco con un film intimo e delizioso. Siamo molto lontani dal suo canone, non c'è la violenza del Messico, l'ingiustizia sociale, eppure i quadri compositivi e le armonie di alcune scene che nascondono tragedie dietro l'angolo, ripetono e innovano lo stile di Sundown , che per me rimane un autentico capolavoro del genere. Memory è un gioco intorno ai ricordi, ricordi che non aiutano a vivere per chi deve superare un trauma come Silvia, una giovane madre che scappa da 13 anni all'incubo dell'alcolismo e a qualcosa di più profondo. Lo capiamo presto, quando ad una festa incontra Saul, un coetaneo un po' trasandato nel vestire, inquietante nei modi e nella sua insistenza silenziosa. La donna se ne va, cercando di seminarlo, ma ottiene di trascinarlo fino alla propria abitazione. Saul si accampa lì sotto per tutta la notte. Perché anche Saul sta cercando di ag